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Storielle popolari, sconvenienti e marginali, divertenti, radicali, a volte futili.
Concetti spifferati nei locali più affollati, nelle sere da veleni e parentetiche.
Sinuose, affascinanti, già sentite e affabulanti, non son fatte per chi tace o si fa scrupoli.
Sono da far girare, ingigantire e trasformare, perché la meschinità ci rende frivoli.
Concetti instabili, sovente stupidi. Sentenze facili, da non discutere. Storielle labili.
Spiriti poveri. Divengon vere, se son vox populi.

Vox populi. Vox populi.

Comari, casalinghe, laureati e magistrati, segretari di partito dei politici.
Molteplici sono i beneinformati, chiacchieroni mai appagati, non son solamente villici.
Se taci, non ascolti, non diffondi, non tramandi e non ricami tu sei certamente un complice.
Difficile discernere, estraniarsi, liberarsi, isolarsi da chi insiste a condividere.
Concetti instabili, sovente stupidi. Sentenze facili, da non discutere. Storielle labili.
Spiriti poveri. Divengon vere, se son vox populi.

Vox populi. Vox populi.

Hai sentito? Mi hanno detto che hanno fatto… quello è matto! Te lo giuro, son sicuro, lo ha anche visto mio cugino! Un amico di un amico, la sorella della madre, ero al centro commerciale, c’era anche un suo compare. Già lo dicon tutti quanti, ma lo sai che sono amanti? È sicuramente vero se è Vox populi! Li han beccati in camporella, si faceva la sorella! È scappato in argentina, me l’ha detto la vicina. Tiene i soldi sotto il letto. C’ha il marito alcolizzato. È finocchio, non gli tira. Quello non ha mai scopato. Ha dei debiti di gioco. Quella là si fa pagare. L’altro, sai, si fa le pere. È malato terminale. È pedofilo, ha abortito. Ha vinto alla lotteria. Prende tutto e scappa via da Vox Populi!

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